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SEZ. DISABILITA NEWS Tanti “Cammini Aperti”, nel segno della lentezza e dell’accessibilità

16 Marzo 2024 , Scritto da Angela Cecere Con tag #SEZ. DISABILITA NEWS

SEZ. DISABILITA NEWS Tanti “Cammini Aperti”, nel segno della lentezza e dell’accessibilità

INSERITO DA ANGELA CECERE Il 13 e 14 aprile sarà un fine settimana speciale, quello cioè dei “Cammini Aperti”, cui ci si può iscrivere sin d’ora, che punta ad essere il più importante evento nazionale dedicato ai sentieri/itinerari, promuovendo al tempo stesso i valori dell’accessibilità. L’evento rientra nell’àmbito di “Scopri l’Italia che non Sapevi – Viaggio Italiano”, progetto congiunto di promozione turistica delle Regioni Italiane e può contare anche su due partner quali il CAI (Club Alpino Italiano) e la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), impegnata, quest’ultima, sul fronte dell’accessibilità Ideato dalla Regione Umbria, in qualità di capofila per il turismo slow (“turismo lento”), Cammini Aperti punta ad essere il più importante evento nazionale dedicato ai sentieri/itinerari, promuovendo al tempo stesso i valori dell’accessibilità. L’iniziativa rientra nell’àmbito di Scopri l’Italia che non Sapevi – Viaggio Italiano, progetto congiunto di promozione turistica delle Regioni Italiane che fa parte del Piano di Promozione Nazionale 2022 del Ministero del Turismo e può contare anche su due noti partner, quali il CAI (Club Alpino Italiano) e la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap). Il CAI, infatti, ha lavorato selezionando 21 cammini, due per ogni Regione, e identificando un tratto di questi – di lunghezza variabile – sui quali portare persone con difficoltà motoria mediante l’impiego della joëlette (carrozzina fuoristrada monoruota) e/o di carrozzine. Inoltre, su tutti i cammini sempre il CAI fornirà informazioni, distribuendo un vademecum, per incentivare la pratica responsabile dell’outdoor. Dal canto suo, la FISH si impegnerà attivamente per garantire l’accessibilità dei percorsi individuati, lavorando affinché le persone con disabilità possano partecipare pienamente alle escursioni. In particolare, attraverso iniziative di sensibilizzazione e collaborazioni con le Autorità Locali e le Federazioni Regionali, verrà promosso l’adattamento dei sentieri per renderli accessibili a tutti, incluse le persone con ridotta mobilità. A tal proposito verrà redatto un documento con linee guida per tutte le realtà del Terzo Settore e per le Regioni, ai fini di una fruizione il più possibile reale. Ma quale sarà il weekend scelto per Cammini Aperti? Sarà quello del 13-14 aprile, con una partecipazione stimata in circa 2.000 persone. sui 42 cammini coinvolti, Ci si può iscrivere sin d’ora tramite il portale dedicato (a questo link) .Tutte le escursioni/passeggiate saranno condotte da guide ambientali escursionistiche o accompagnatori di media montagna e tra le caratteristiche di ogni percorso vi sarà quella di essere un anello, lungo tra i 6 e i 10 chilometri. (S.B.)

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SEZ. DISABILITA NEWS Diritti delle persone con disabilità in Umbria: la parola al territorio

15 Marzo 2024 , Scritto da Angela Cecere Con tag #SEZ. DISABILITA NEWS

SEZ. DISABILITA NEWS Diritti delle persone con disabilità in Umbria: la parola al territorio

INSERITO DA ANGELA CECERE «Porre l’accento sulle criticità urgenti e sulle quali necessita intervenire in maniera decisa per la tutela delle persone con disabilità e delle loro famiglie, ma anche dare voce, e soprattutto risposta, a criticità che necessitano interventi in tempi stretti, con l’intento di dare il via ad un monitoraggio costante da parte delle Istituzioni»: viene presentato così l’incontro “La parola al territorio: criticità ed urgenze delle persone con disabilità e le loro famiglie”, promosso il 18 marzo ad Assisi (Perugia), da Massimo Rolla, Garante dei Diritti delle Persone con Disabilità dell’Umbria Loghi della disabilità e Regione Umbria «Porre l’accento sulle criticità urgenti e sulle quali necessita intervenire in maniera decisa per la tutela delle persone con disabilità e delle loro famiglie, ma anche dare voce, e soprattutto risposta, a criticità che necessitano interventi in tempi stretti, con l’intento di dare il via ad un monitoraggio costante da parte delle Istituzioni»: viene presentato così l’importante incontro La parola al territorio: criticità ed urgenze delle persone con disabilità e le loro famiglie, promosso per la mattinata del 18 marzo ad Assisi (Perugia), presso la Sala della Spogliazione del Palazzo Vescovile (ore 9.30-12.30) da Massimo Rolla, Garante dei Diritti delle Persone con Disabilità dell’Umbria, evento che si porrà in continuità con il Piano d’Azione elaborato e presentato nel mese di novembre dello scorso anno dall’Osservatorio Regionale per i Diritti delle Persone con Disabilità dell’Umbria. Di fronte dunque ad autorevoli rappresentanti istituzionali regionali e comunali, amministratori regionali e locali, ma anche dirigenti di vari enti regionali e non, saranno proprio gli esponenti delle Associazioni e delle Federazioni del territorio, dopo avere individuato delle macroaree di riferimento, ad accendere i riflettori su alcuni aspetti specifici, «sviluppando possibili soluzioni alle problematiche evidenziate – come viene spiegato – oltre ad accennare alle buone pratiche adottate per gli specifici settori, all’insegna di una sinergia già attuata in Umbria tra le Istituzioni e le Associazioni di persone con disabilità, che questo incontro mira a rafforzare ulteriormente nell’ottica di un sempre maggiore spirito di collaborazione». (S.B.) 

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SEZ. DISABILITA NEWS “Oltre il buio”, un cortometraggio che cambia il paradigma sulla disabilità

14 Marzo 2024 , Scritto da Angela Cecere Con tag #SEZ. DISABILITA NEWS

SEZ. DISABILITA NEWS “Oltre il buio”, un cortometraggio che cambia il paradigma sulla disabilità

INSERITO DA ANGELA CECERE Nato da un’idea di Anna Maria Gioria, il cortometraggio “Oltre il buio”, centrato sulla storia di Patrizia e del suo “prima” e “dopo” la disabilità, si pone l’obiettivo di diffondere una più consapevole comprensione della disabilità stessa, illuminando quel buio rappresentato dalle svolte imprevedibili e a volte drammatiche che l’esistenza ci riserva, svolte che impongono una reazione forte e tanta volontà. Ne abbiamo parlato con la stessa Anna Maria Gioria Patrizia è una ragazza come tante. Allegra e spensierata, sta tornando in auto da una serata in compagnia di amici, una serata semplice, senza eccessi. È un attimo, la distrazione al cellulare e la vita cambia in maniera radicale. In una frazione di secondo da una condizione di “sana e robusta costituzione fisica”, come si diceva una volta, Patrizia si ritrova sdraiata in un letto d’ospedale, le gambe prive di sensibilità. Quando si alzerà dovrà utilizzare una sedia a rotelle per muoversi, lo dovrà fare per sempre. È questa la trama di Oltre il buio, il cortometraggio presentato nei giorni scorsi a Borgomanero (Novara), promosso dal blog InVisibili del «Corriere della Sera.it», che si pone l’obiettivo di gettare una luce nuova sulla disabilità, per illuminare quel buio rappresentato dalle svolte imprevedibili e a volte drammatiche che l’esistenza ci riserva, svolte che impongono una reazione forte e tanta volontà. Oltre il buio è nato da un’idea di Anna Maria Gioria, firma del «Corriere della Sera» e di «Superando.it», giornalista e scrittrice, interessata e da sempre impegnata nel sociale. Al suo fianco, un’équipe multidisciplinare composta dal carissimo amico d’infanzia di Anna Pietro Fortis, esperto di servizi tecnici editoriali, da Alessandro Chiello, che insieme a lei ha scritto e sceneggiato la pellicola, e dal regista Enrico Pietrobon. Insieme hanno incontrato l’interesse dell’Associazione Culturale CineAlpi che ha prodotto la pellicola, il supporto di numerosi sponsor, il sostegno dell’Associazione Sportiva Dilettantistica BaskinCiuff di Borgomanero, della CPD (Consulta per le Persone in Difficoltà), del Ministero per le Disabilità, della Consulta delle Pari Opportunità della Regione Piemonte e della Provincia di Novara. Conosco Anna da alcuni anni, e prima della conoscenza personale la seguivo, ne leggevo gli articoli. Con il tempo siamo diventate colleghe in InVisibili, collaborare con lei è un piacere, mi trasmette voglia di fare e fare bene, con il massimo impegno. Quando ho saputo della presentazione del cortometraggio, le ho chiesto la disponibilità per un’intervista; sapendo infatti l’intelligenza e la perizia che contraddistinguono il suo lavoro, ero certa che anche questo avrebbe meritato di essere visto e divulgato. Con lei, dunque, ripercorriamo la genesi di Oltre il buio, gli intenti che si prefigge e le tappe che lo aspettano: «Il cortometraggio è nato dalla mia volontà di persona con disabilità, per proseguire il mio impegno, iniziato da molti anni, finalizzato a comunicare la disabilità in modo propositivo, abbattendo pregiudizi e stigmi. Una nuova ottica dove la persona con disabilità viene messa al centro, considerata persona in quanto persona, e pertanto avente gli stessi diritti e doveri di tutte le altre». Se dovessi sintetizzare lo scopo del vostro lavoro con una frase? «Porre l’accento sulla complessità della vita delle persone con disabilità per cambiare il paradigma, dandone una visione più partecipe, positiva e coinvolgente». Ma a chi si rivolge questo cortometraggio? Pensi che possa trasmettere un messaggio anche alle persone con disabilità che stanno superando un momento difficile? «Oltre il buio ha la finalità di sensibilizzare l’opinione pubblica, e in particolare i giovani, facendo acquisire loro la consapevolezza che la disabilità non è qualcosa di estraneo a nessuno, ma, come succede alla protagonista, la condizione di disabilità può sopraggiungere improvvisamente a chiunque in qualsiasi momento della vita, stravolgendola repentinamente. Sintetizzando, il messaggio che si vuol far passare è che siamo tutti potenzialmente disabili. Occorre, pertanto, imparare a reagire alle eventuali avversità, cercando di riprendere in mano la propria vita, ritrovando una nuova dimensione e imparando a rispettarla, sia per se stessi, sia per chi ci è vicino». La disabilità non è sinonimo di patologia, riguarda ogni essere umano e non soltanto una parte dell’umanità come molti pensano. Patrizia, interpretata da Sabrina Borsotti (nel cast anche Paola Campini, Sara Caprera, Daniele Primonato e Andrea La Valle) deve reinventarsi dopo l’incidente stradale, cercare una nuova autonomia. Lo fa attraversando comprensibili momenti di rabbia e tristezza, indispensabili per raggiungere una consapevolezza del presente e la speranza nel futuro. Non si scoraggia, il mondo certo è tutto diverso, o meglio è cambiata la sua prospettiva, è cambiato lo sguardo degli altri su di lei. L’ambiente non è costruito per le persone con disabilità, bisogna affrontare barriere fisiche, tangibili come quelle architettoniche, e altre culturali ancor più difficili da abbattere, la diffusa disattenzione verso determinate problematiche. «Alla base di ogni ostacolo – continua Anna -, nella nuova condizione di persona con disabilità, Patrizia deve fare i conti con un prima e un dopo. Le difficoltà più evidenti cui deve far fronte sono le barriere architettoniche, ma le più ardue da superare sono quelle psicologiche; soprattutto, come si può notare in alcuni passaggi della pellicola, è l’indifferenza delle altre persone, come se la ragazza fosse invisibile ai loro occhi. In altre situazioni, invece, deve andare oltre i pregiudizi e gli stigmi che il pensiero comune ha nei confronti delle persone con disabilità. Patrizia riesce a superare tutti questi ostacoli, accettando la situazione, che non significa certamente rassegnazione, ma, al contrario, affrontare in modo positivo e determinato la sua nuova condizione, trovando continuamente soluzioni per avere la meglio in ogni situazione. Scrivendo la sceneggiatura, Alessandro Chiello ed io abbiamo fatto in modo che le vicissitudini di Patrizia rappresentassero quelle comuni a tutte le persone con disabilità; pertanto, gli ostacoli che lei deve affrontare, sono gli stessi che incontrano tutte le persone con disabilità». Oltre il buio è una pellicola muta, ventotto minuti dove la narrazione non è affidata alle parole dei protagonisti o ad una voce fuori campo, è un viaggio accompagnato unicamente dalla colonna sonora con musiche e canzoni originali del Gruppo Pentagrami. Perché questa scelta inusuale? «La pellicola è stata realizzata volutamente priva di dialoghi, per lasciare maggior spazio alle emozioni, e soprattutto alla libera interpretazione dei molti messaggi che offre. Le musiche inedite scritte appositamente accompagnano le immagini, alquanto suggestive ed eloquenti, per favorire la comprensione e la riflessione del valore comunicativo del cortometraggio». Ci si può rivedere in Patrizia, ognuno a modo suo, davanti allo schermo sono proiettate anche le nostre paure in modo intenso, il messaggio è chiaro e comprensibile, nello stesso tempo declinato secondo la sensibilità dei singoli spettatori. La protagonista è una donna, per volere di Anna: «La scelta di una protagonista femminile non è causale, l’ho voluta in particolare io, perché le donne con disabilità, in ogni ambito della vita, sono molto più penalizzate degli uomini con disabilità. Sono, infatti, vittime di una doppia discriminazione, quella di genere e quella di persone con disabilità. Conseguentemente a tale discriminazione, le donne con disabilità non vengono considerate vere donne, e pertanto non vengono loro riconosciuti i ruoli di madre, partner, lavoratrici, professioniste». Oltre il buio è un progetto che comprende un’intensa campagna di promozione e divulgazione consistente, oltreché nella proiezione della pellicola stessa, nell’organizzazione di eventi, incontri e tavole rotonde, in primo luogo nelle scuole dove sono previsti momenti di dibattito specifici per i ragazzi e le ragazze. Dopo il debutto a Borgomanero, dunque, i promotori sono attesi a Verbania, Domodossola (Verbano-Cusio-Ossola), Cameri (Novara) e Busto Arsizio (Varese), città che hanno contribuito alla realizzazione del cortometraggio. «Nei prossimi mesi – racconta Anna – siamo già stati invitati a presentarlo in alcune località come Torino, Savona, Milano. Pensiamo, e soprattutto speriamo, che a queste se ne aggiungano molte altre. Nel contempo, Oltre il buio concorrerà nei vari cinema festival». Una più consapevole comprensione della disabilità è quanto insegna la visione del cortometraggio, è un inno alla speranza, il lieto fine può arrivare, nonostante tutto, se si guarda la vita con occhi e cuore nuovi.
Giornalista, scrittrice, ora anche sceneggiatrice, salutiamo Anna Gioria chiedendole cosa le ha lasciato questa esperienza: «Ho voluto occuparmi, per la prima volta in modo approfondito, di una disabilità sopraggiunta nel corso della vita. Scrivendo la sceneggiatura, immedesimandomi in Patrizia, ho avuto la possibilità di riflettere sulla differenza dell’accettazione della condizione di disabilità tra chi ce l’ha dalla nascita, come la sottoscritta, e chi, invece, l’acquisisce, come nel corto. Dovendo raccontare la vita quotidiana post incidente della protagonista, ho immaginato la sua grande difficoltà ad accettare la nuova condizione, perché sussiste continuamente un confronto rispetto a un prima. Ritengo, pertanto, che per le persone con una disabilità fin dalla nascita sia più facile accettarla, perché non c’è un confronto tra un prima e un dopo, ma è sempre stato così, fa parte di sé. Convinzione che, per altro, ho sempre avuto».

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SEZ. DISABILITA NEWS L’insediamento dell’Osservatorio per l’Inclusione e l’Accessibilità del CNEL

13 Marzo 2024 , Scritto da Angela Cecere Con tag #SEZ. DISABILITA NEWS

SEZ. DISABILITA NEWS L’insediamento dell’Osservatorio per l’Inclusione e l’Accessibilità del CNEL

INSERITO DA ANGELA CECERE Con l’insediamento dell’Osservatorio per l’Inclusione e l’Accessibilità del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), è stato avviato il percorso per la promozione di una società inclusiva ed equa nella quale le persone abbiano pari opportunità e diritti, accesso ai servizi e piena partecipazione alla vita sociale ed economica. A presiedere tale organismo è Vincenzo Falabella, consigliere del CNEL, che ha recentemente illustrato i tre pilastri fondamentali su cui si baserà il lavoro dell’Osservatorio, vale a dire ricerca e analisi, comunicazione e supporto alla trasformazione Immagine della locandina della terza Conferenza Regionale dell'Emilia Romagna sull'Inclusione delle Persone con Disabilità (Bologna, 18-19 giugno 2018) Con l’insediamento dell’Osservatorio per l’Inclusione e l’Accessibilità, previsto nel programma dell’XI Consiliatura del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), si è avviato il percorso per la promozione di una società inclusiva ed equa nella quale le persone abbiano pari opportunità e diritti, accesso ai servizi e piena partecipazione alla vita sociale ed economica. Il presidente di tale organismo Vincenzo Falabella, consigliere del CNEL, ha illustrato ai componenti, presso la sede dello stesso CNEL di Palazzo Lubin a Roma, i tre pilastri fondamentali su cui si fonderà l’attività programmatica: ricerca e analisi riguardanti le questioni legate all’inclusione, in termini di raccolta dati, studio delle tendenze, identificazione delle sfide e analisi delle buone prassi a livello nazionale e internazionale, il tutto con l’obiettivo di fornire una base solida di conoscenza, per supportare la formulazione di osservazioni, pareri e proposte sul tema. Quindi comunicazione, dove l’organismo concorre, con gli altri soggetti istituzionali a ciò dedicati, alla sensibilizzazione delle parti rappresentate nel CNEL sui diritti e le esigenze delle persone con disabilità e dei loro familiari, nonché di altri target fragili, per promuovere la consapevolezza dell’importanza dell’inclusione e dell’accessibilità, sostenendo politiche e pratiche che favoriscano un ambiente inclusivo. Infine, supporto alla trasformazione, avviando una collaborazione con i diversi portatori d’interesse, per sviluppare e promuovere strategie concrete utili a migliorare l’inclusione, con l’obiettivo di fungere da catalizzatori per il cambiamento, facilitando il dialogo e la cooperazione tra le parti interessate al fine di tradurre la conoscenza e la consapevolezza in azioni positive. «L’impegno dell’Osservatorio – ha precisato in tal senso Falabella – è lavorare per eliminare le barriere ed ostacoli, promuovere l’uguaglianza di opportunità e creare un contesto socio economico nel quale ciascuna persona, indipendentemente dalle proprie condizioni di disabilità o abilità, età o aspetto, possa godere appieno dei diritti e della partecipazione alla società». «Ecco perché – ha continuato il Presidente dell’Osservatorio – faremo di tutto per sostenere lo sviluppo di un modello sostenibile di società che metta al centro la persona, nella sua interezza, ripensando le relazioni tra le persone e i contesti di vita, organizzativi, economici, fisici, lavorativi, di partecipazione politica e sociale» Su tali princìpi, dunque, l’Osservatorio si impegna sul tema della disabilità a richiamare le basi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dal nostro Paese con la Legge 18/09, per rilanciare, attraverso l’Osservatorio stesso, tale confronto attorno alle future politiche per la disabilità e agli aspetti organizzativi e funzionali necessari alla loro realizzazione, perché, seppure esista già un riferimento ideale e politico proprio nella Convenzione ONU, è altrettanto vero che le persone con disabilità continuano a incontrare ostacoli nella loro partecipazione alla società e a subire violazioni dei loro diritti umani in ogni parte d’Italia e in diversi momenti della loro vita. «Sullo specifico focus dell’intergenerazionalità e dell’invecchiamento attivo – ha concluso Falabella – l’Osservatorio, ferme restando le competenze della Commissione Istruttoria Permanente di riferimento, potrà fornire un utile apporto anche con riferimento ai provvedimenti attuativi della Legge 33/23 [“Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane”, N.d.R.] di recente approvazione». Tra i numerosi argomenti trattati c’è stata piena condivisione da parte dei presenti, tra l’altro, sulla mobilità urbana inclusiva, da non considerare affatto come una condizione finalizzata solamente ad un obiettivo da raggiungere, ma che sia un processo continuo di apprendimento, adattamento e miglioramento. Le leggi e le normative italiane delineano un quadro per l’accessibilità, ma è l’attuazione pratica di questi princìpi che trasforma le città in luoghi veramente accoglienti per tutti. Ogni passo verso un’infrastruttura più accessibile, ogni miglioramento nei sistemi di trasporto pubblico, e ogni iniziativa per rendere gli spazi urbani più inclusivi, contribuisce a costruire una società più equa e solidale. La sfida è quella di guardare oltre le normative, abbracciando un approccio olistico che integri accessibilità, tecnologia assistiva e sensibilizzazione. Solo così si potrà garantire che l’accesso universale diventi una realtà tangibile, portando beneficio non solo alle persone con disabilità, ma a tutta la comunità. L’impegno per una mobilità urbana inclusiva è un viaggio che richiede collaborazione, innovazione e, soprattutto, un cambiamento di mentalità. È un percorso che ci invita a riconsiderare e ridefinire cosa significhi vivere in una città, per garantire che ogni suo cittadino e cittadina possa godere pienamente della vita urbana.

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SEZ. DISABILITA NEWS Alunni e alunne con disabilità: quel che potranno fare viene messo in campo oggi

12 Marzo 2024 , Scritto da Angela Cecere Con tag #SEZ. DISABILITA NEWS

SEZ. DISABILITA NEWS Alunni e alunne con disabilità: quel che potranno fare viene messo in campo oggi

INSERITO DA ANGELA CECERE «Le alunne e gli alunni con disabilità – scrive Ivana Palieri -, come tutte le altre giovani vite, sono il nostro futuro e quello che potranno fare e realizzare dipende da quello che viene messo in campo oggi. Ma di fronte a postazioni informatiche carenti, a strutture scolastiche accessibili per meno della metà, ad ancora troppo pochi insegnanti di sostegno specializzati, nominati in ritardo e che magari cambiano di anno in anno, assistenti alla comunicazione pagati da Enti Locali che non vengono sempre nominati e assegnati, come si può pensare di poter dar loro una formazione decente?» Ho pensato e ripensato a come introdurre questo nuovo contributo sulle alunne e alunni con disabilità, ma l’unica cosa che riesco a pensare è che loro, come tutte le altre giovani vite, sono il nostro futuro e quello che potranno fare e realizzare dipende da quello che viene messo in campo oggi. Inizio con alcuni dati (quelli essenziali) che mi hanno fatto riflettere molto e mi hanno portato a pensieri che vorrei condividere con tutte e tutti. Nell’anno scolastico 2022-2023 erano quasi 338.000 le alunne e gli alunni con disabilità che frequentavano le scuole italiane (pari al 4,1% degli iscritti, fonte del Ministero), quasi 21.000 in più rispetto all’anno precedente (+7%). Nel Mezzogiorno una scuola su tre non dispone di un numero sufficiente di postazioni informatiche adattate per gli alunni con disabilità con una media totale del 27% in Italia. E ancora, la quota di alunni con disabilità che non partecipano alle gite con pernottamento è del 62% (72% nel Mezzogiorno), e le scuole accessibili sono il 40% per le alunne e alunni con disabilità motoria. Le quote sono il 17% per gli alunni con sordità o ipoacusia, l’1,2% quelle per gli alunni con cecità o ipovisione (fonte: report ISTAT del 3 febbraio 2024). Ho ripreso alcuni di questi dati (e altri li inserirò dopo) per introdurre Lettrici e Lettori al mondo dei più giovani e delle loro famiglie che si ritrovano a dover affrontare carenze strutturali e di organizzazione che però provengono sempre dal passato, dove le e gli alunne/i con disabilità venivano percepiti come presenze da accudire e non formare. Gli insegnanti per il sostegno impiegati nelle scuole italiane sono circa 228.000, quasi 218.000 nella scuola statale (fonte del Ministero) e circa 10.000 nella scuola non statale (fonte ISTAT), con un incremento complessivo rispetto all’anno precedente del 10%. A livello nazionale, il rapporto alunno-insegnante è migliore di quello previsto dalla Legge 244/07, però più di 67.000 insegnanti per il sostegno (il 30%) sono stati selezionati dalle liste curricolari. Si tratta di docenti che non hanno una formazione specifica per il sostegno, ma che vengono utilizzati per far fronte alla carenza di figure specializzate e a questa carenza si affianca spesso un ritardo nell’assegnazione, ma una cosa positiva è che negli ultimi quattro anni la quota  di insegnanti selezionati dalle liste curricolari è diminuita, passando dal 37% al 30%. Aggiungo che purtroppo le e gli alunne/i con disabilità che hanno cambiato insegnante per il sostegno sale al 62,1% nelle scuole secondarie di primo grado (59,6% nell’anno precedente) e raggiunge il 75% nelle scuole dell’infanzia. Il fenomeno è piuttosto stabile su tutto il territorio nazionale. Poi c’è la figura dell’assistente alla comunicazione, operatore specializzato finanziato dagli Enti Locali la cui presenza è finalizzata a migliorare la qualità dell’azione formativa, facilitando la comunicazione e l’interazione dello studente con disabilità e stimolando lo sviluppo delle sue abilità nelle diverse dimensioni dell’autonomia, ma il divario tra Nord e Sud è abbastanza significativo. Ora la mia riflessione è questa: una/o studentessa/studente con disabilità con postazioni informatiche carenti, strutture scolastiche accessibili per meno della metà, insegnanti di sostegno specializzati ancora troppo pochi e nominati in ritardo e magari che cambiano di anno in anno (l’alunna/o come l’insegnate deve ricominciare a costruire un rapporto di conoscenza e fiducia) e assistenti alla comunicazione pagati da Enti Locali che non vengono sempre nominati e assegnati, come si può pensare di poter dare una formazione decente a queste ragazze/i? La buona volontà e le battaglie di insegnanti, dirigenti, sindacati e famiglie purtroppo non basta (sì, c’è il PNNR [Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, N.d.R.], ma non è dedicato alla disabilità, ma a tante altre necessità) ed è lo Stato che deve eliminare le forti disuguaglianze e garantire attraverso una diversa tempistica delle nomine e la garanzia della continuità formativa una stabilità senza attese e turnover di insegnanti e assistenti alla comunicazione. In tutto questo, però, ora arriva il Decreto dell’autonomia differenziata che porterà differenze enormi tra Nord e Sud per quanto riguarda la Scuola e la Sanità… Vi starete chiedendo: perché parlo anche di Sanità? Dimentichiamo che magari a scuola potrebbe essere necessario una/un OSS (Operatore Socio Sanitario) o un’infermiera o infermiere e il tutto affidato alle Regioni… Si pensa che una studentessa o uno studente avranno gli stessi servizi a Bologna e a Catanzaro? C’è un report di SVIMEZ e Save the Children, Un Paese, due cure [se ne legga anche sulle nostre pagine, N.d.R.], dove si vede chiaramente un divario enorme tra il Nord e il Sud del nostro Paese (hanno seguito, ad esempio, due donne con una malattia oncologica che vivono una in una città del Nord e in una al Sud) e questo si amplierà e si estenderà anche ad altri àmbiti essenziali come la scuola. Ho forse scritto in maniera troppo tecnica e con tanti dati e io invece cerco sempre un contatto con chi mi legge e ora condivido i miei pensieri, quelli che mentre sto scrivendo mi prendono lo stomaco e il cuore (non sono mai sdolcinata, ma il cuore quando si parla di diritti è necessario). La mia disabilità è arrivata in età adulta, ma conosco direttamente chi invece ci è nato e ha avuto la forza e la volontà di andare avanti arrivando ad insegnare o a ricoprire ruoli importanti (non posso fare nomi, ma esistono vi assicuro). La Conoscenza (scritto in maiuscolo) è la ricchezza che noi possiamo trasmettere alle nuove generazioni non solo in termini di “saper fare” ma di “saper pensare”, perché le e gli studenti con disabilità non devono soltanto imparare un mestiere, ma avere una formazione culturale come tutte/i le/gli altre/i. Poi c’è un controsenso in tutto questo: si cerca di fare imparare un mestiere alle persone con disabilità, ma alla fine, dopo la scuola dell’obbligo, questo lavoro non c’è, perché ci sono resistenze da parte delle aziende e la Legge 68/99 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili) viene spesso evasa. Abbiamo una società iperproduttiva e se non sei in linea con i ritmi sei fuori. Ma la verità è che abbiamo costruito un contesto produttivo che non rispetta più il ritmo dell’umano e la disabilità o meglio, le persone con disabilità a cui la società spesso non vuole guardare, ci fanno vedere non la fragilità, ma i ritmi e tempi dell’umano che noi tutti cerchiamo di superare. Superarci, per me, non significa andare più veloce, ma migliorarci superando gli ostacoli (interni ed esterni), fino ad arrivare ai nostri obiettivi. Io, per esempio, mi sono superata scrivendo articoli non pensando di essere in grado di farlo… magari non lo sono, ma voglio andare avanti con tutte le mie forze parlando di quello che mi accompagna e che mi ha cambiato la vita e non sempre in negativo.

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SEZ. DISABILITA NEWS Il punto sui Decreti Attuativi della Legge Delega sulla disabilità

11 Marzo 2024 , Scritto da Angela Cecere Con tag #SEZ. DISABILITA NEWS

SEZ. DISABILITA NEWS Il punto sui Decreti Attuativi della Legge Delega sulla disabilità

INSERITO DA ANGELA CECERE Nell’àmbito della parte del “Focus Puglia” riguardante il “FORUMN.A.”, che si svolgerà a Bari il 13 e 14 marzo, ovvero dell’importante evento tutto dedicato alla non autosufficienza e all’autonomia possibile (seconda edizione), la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) promuoverà il 14 marzo un incontro per fare il punto sulla situazione dei Decreti Attuativi della Legge Delega 227/21 in materia di disabilità Nell’àmbito della parte del Focus Puglia riguardante il FORUMN.A., che si svolgerà a Bari il 13 e 14 marzo, ovvero dell’importante evento tutto dedicato alla non autosufficienza e all’autonomia possibile (seconda edizione), la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) promuoverà un incontro per fare il punto sulla situazione dei Decreti Attuativi della Legge Delega 227/21 in materia di disabilità. L’incontro si terrà nel pomeriggio del 14 marzo (ore 14-16) presso la Sala Trilussa dell’Hotel Parco dei Principi di Bari e vi interverranno Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH e consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro); Daniele Piccione, consigliere parlamentare del Senato; Antonio Caponetto, capo del Dipartimento per le Politiche in Favore delle Persone con Disabilità; Valentina Romano, direttrice del Dipartimento Welfare della Regione Puglia. A proposito dei Decreti Attuativi della Legge 227/21, ricordiamo che il primo, recante Disposizioni in materia di riqualificazione dei servizi pubblici per l’inclusione e l’accessibilità, in attuazione dell’articolo 2, comma 2, lettera e), della legge 22 dicembre 2021, n. 227, è stato recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale (Decreto Legislativo 222/23). Un altro schema di Decreto Legislativo, denominato Definizione della condizione di disabilità, della valutazione di base e accomodamento ragionevole e della valutazione multidimensionale per l’elaborazione e l’attuazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato (Atto di Governo n. 122), dopo il via libera da parte della Conferenza Stato-Regioni, è ora all’esame della X Commissione del Senato (Affari sociali, Sanità, Lavoro pubblico e privato, Previdenza sociale) e della XII Commissione della Camera (Affari sociali). Rispetto a quest’ultimo, il presidente della FISH Falabella aveva parlato sulle nostre pagine di «uno tra i passaggi fondamentali per modificare in modo sostanziale il nostro sistema e soddisfare sempre più i bisogni dei cittadini e delle cittadine con disabilità». (S.B.)

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SEZ. DISABILITA NEWS Le immagini e le storie di donne e ragazze con disabilità

9 Marzo 2024 , Scritto da Angela Cecere Con tag #SEZ. DISABILITA NEWS

SEZ. DISABILITA NEWS Le immagini e le storie di donne e ragazze con disabilità

INSERITO DA ANGELA CECERE Sono arrivate dall’Italia le due foto classifficatesi ai primi posti del tradizionale concorso fotografico internazionale sulla disabilità promosso dall’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità e dedicato in questa edizione al tema “Rompere le barriere – Storie e voci di donne e ragazze con disabilità”. «Un’iniziativa – come era stata presentata – voluta per sfidare i partecipanti e le partecipanti a presentare immagini che abbattano gli stereotipi e i preconcetti riguardanti le donne con disabilità provenienti da diversi contesti culturali, di background e/o etnici» Sabina Giardino, concorso foto EDF 2023Breaking Barriers – Stories and voices of women and girls with disabilities, ovvero “Rompere le barriere – Storie e voci di donne e ragazze con disabilità”: era stato questo, come avevamo segnalato a suo tempo, il tema scelto per l’edizione 2023 del tradizionale concorso fotografico internazionale sulla disabilità promosso dall’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità. «Obiettivo dell’iniziativa – avevano sottolineato dal Forum – è di sfidare i partecipanti e le partecipanti a presentare immagini che abbattano gli stereotipi e i preconcetti riguardanti le donne con disabilità provenienti da diversi contesti culturali, di background e/o etnici, valutando la qualità dell’immagine, l’innovazione, la creatività e la pertinenza al tema». Emiliy Aneto, concorso foto EDF 2023Ebbene, proprio in occasione della Giornata Internazionale della Donna di oggi, 8 Marzo, l’EDF ha reso noti gli esiti del concorso, congratulandosi innanzitutto con tutti i partecipanti che hanno inviato le loro immagini. E fa particolare piacere segnalare che le foto classificatesi ai primi due posti sono arrivate proprio dall’Italia. A vincere infatti questa edizione del concorso è stata Sabina Giardino con la foto qui a fianco pubblicata, un ritratto di Viviana che pratica lo yoga dopo che le sono stati rimossi gli arti a causa di un errore medico. La giuria l’ha giudicata come «l’immagine della resistenza, della resilienza e del coraggio».VAl secondo posto, poi, Emily Ameto, con la foto della bimba che “spinge” la carrozzina, premiata con la motivazione che «è nelle piccole cose che devi dimostrare quanto sei veramente “grande”». Javier Arcenillas, concorso foto EDF 2023Al terzo posto, infine, Javier Arcenillas dalla Spagna, con l’immagine di Marian, una delle amministratrici del Comune di Alcobendas a Madrid, che da anni lotta per rendere la sua area di lavoro uno spazio ottimale e senza barriere. Molte altre foto in concorso sono estremamente apprezzabili e avremmo voluto pubblicarne di più, ma lo spazio non ce lo consente. Gli interessati, quindi, possono accedere all’album reso disponibile dall’EDF a questo link. (S.B.)

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SEZ. DISABILITA NEWS Siamo donne, oltre la sindrome c’è di più!

7 Marzo 2024 , Scritto da Angela Cecere Con tag #SEZ. DISABILITA NEWS

SEZ. DISABILITA NEWS Siamo donne, oltre la sindrome c’è di più!

INSERITO DA ANGELA CECERE «Siamo donne, oltre la sindrome c’è di più»: in vista della Giornata Internazionale della Donna dell’8 marzo, l’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) ha preso in prestito le parole di Martina Mencuccini, pubblicate sulla pagina di marzo del calendario 2024 della propria Sezione di Roma. L’Associazione, inoltre, intende dare la maggior visibilità possibile al “Terzo Manifesto sui diritti delle donne e delle ragazze con disabilità nell’Unione Europea”, reso pubblico nei giorni scorsi dal Forum Europeo sulla Disabilità «Siamo donne, oltre la sindrome c’è di più»: in vista della Giornata Internazionale della Donna dell’8 marzo, l’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) ha preso in prestito le parole di Martina Mencuccini, pubblicate sulla pagina di marzo del calendario 2024 della propria Sezione di Roma. «Una frase semplice – sottolineano dall’Associazione -, ma che contiene il bisogno e il diritto fondamentale delle donne con sindrome di Down: essere riconosciute, appunto, in quanto donne, al di là della propria disabilità. Martina Mencuccini ha 41 anni, vive con la mamma, ha due sorelle e tanti nipoti. Frequenta un corso di pittura, ama la musica e ha partecipato ai laboratori di educazione all’autonomia della nostra Sezione di Roma». In occasione dell’8 marzo, dunque, l’AIPD intende dare la maggior visibilità possibile al Terzo Manifesto sui diritti delle donne e delle ragazze con disabilità nell’Unione Europea, reso pubblico nei giorni scorsi dall’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità di cui la stessa AIPD è parte attiva, Manifesto già ampiamente presentato sulle nostre pagine e del quale è disponibile anche la traduzione italiana a questo link (a quest’altro link ne è disponibile anche la versione Easy to Read, ossia “facile da leggere e da comprendere”). «Bisogna concentrare l’attenzione su un tema fondamentale – dichiara Gianfranco Salbini, presidente nazionale dell’AIPD -: l’uguaglianza e le pari opportunità per le donne con sindrome di Down che come tutte le donne meritano di godere dei diritti fondamentali, inclusi il diritto all’istruzione, al lavoro, alla salute e alla partecipazione piena e attiva nella società. Tuttavia, spesso esse si trovano ad affrontare discriminazioni che ne limitano le possibilità professionali e personali. Eppure, noi familiari e noi associazioni, siamo testimoni ogni giorno che molte di loro hanno talenti e abilità uniche da offrire, ma nonostante questo, spesso si trovano ad affrontare discriminazioni e pregiudizi sul posto di lavoro. È pertanto fondamentale sensibilizzare i datori di lavoro sull’importanza di offrire opportunità inclusive e di creare ambienti che accolgano e valorizzino la diversità. Inoltre, è importante garantire che le donne con sindrome di Down abbiano accesso a servizi sanitari di qualità, che rispondano alle loro esigenze specifiche». «La lotta per l’uguaglianza e le pari opportunità per le donne con sindrome di Down – aggiunge Salbini – non riguarda solo loro, ma riguarda l’intera società. Quando tutte le persone, indipendentemente dalla loro capacità, hanno la possibilità di realizzare il loro pieno potenziale, tutta la società, infatti, ne potrà beneficiare. In questo 8 marzo, invitiamo quindi tutti a unirsi a noi nell’impegno per promuovere l’uguaglianza e le pari opportunità per le donne con sindrome di Down, sostenendo le loro aspirazioni, valorizzando le loro capacità e lavorando insieme per costruire un mondo più inclusivo e equo per tutti. E tutti ne saremo arricchiti». (S.B.)

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SEZ. DISABILITA NEWS Quindici anni di Convenzione ONU, punto di svolta per la cultura sulla disabilità

6 Marzo 2024 , Scritto da Angela Cecere Con tag #SEZ. DISABILITA NEWS

SEZ. DISABILITA NEWS Quindici anni di Convenzione ONU, punto di svolta per la cultura sulla disabilità

INSERITO DA ANGELA CECERE L’approvazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e la ratifica di essa da parte dell’Italia sono stati passaggi fondamentalei per tutte le persone con disabilità e per il movimento associativo e siamo fiduciosi che questo anniversario possa essere un’ulteriore occasione per diffonderne i princìpi e i valori fondanti»: lo hanno dichiarato i Presidenti delle Federazioni FISH e FAND a margine dell’incontro voluto dai Ministri per le Disabilità e dell’Istruzione e del Merito, in occasione del 15° anniversario della ratifica della Convenzione ONU da parte dell’Italia Realizzazione grafica sulla Convenzione ONUUna premessa è necessaria: cosa significa esattamente la ratifica di un trattato internazionale? Si tratta di un istituto giuridico mediante il quale uno Stato fa propri gli effetti di un accordo, di una convenzione o di un trattato concluso da un proprio rappresentante. La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, approvata dalle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006, prima Convenzione ONU del nuovo millennio, è stata sottoscritta dall’Italia il 30 marzo 2007 dall’allora ministro per la Solidarietà Sociale Paolo Ferrero, mentre la ratifica è arrivata il 3 marzo 2009, con la Legge 18/09, cinquantasettesimo Paese a farlo (ad oggi ben 189 Stati hanno provveduto alla ratifica, come si può leggere nel box in calce). Da quest’ultima data, quindi, e in parole semplici, la Convenzione ONU è diventata una Legge dello Stato Italiano e proprio il 3 marzo scorso se n’è avuto il quindicesimo anniversario. Per l’occasione la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli e il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara hanno riunito oggi, 6 marzo, in seduta congiunta, l’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità e l’Osservatorio Permanente per l’Inclusione Scolastica, presso la nuova Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati, incontro durante il quale sono state anche presentate da alcune istituzioni scolastiche una serie di buone prassi adottate in tema di inclusione scolastica. «La Convenzione ONU – hanno dichiarato a margine dell’incontro Vincenzo Falabella e Nazaro Pagano, presidenti rispettivamente di FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità) – riconosce che la disabilità è un concetto in evoluzione, risultato dell’interazione tra le persone con disabilità e l’ambiente circostante. L’approvazione e la ratifica di essa da parte dell’Italia ha costituito un passaggio fondamentale per tutte le persone con disabilità e per il movimento associativo, in base al quale continuamo ad impegnarci nel rinnovare il nostro sostegno alle persone con disabilità e alla lotta per garantire piena inclusione, uguaglianza e dignità, affinché tutti i cittadini e le cittadine con disabilità siano protagonisti/e e liberi/e». «Ed è attraverso il costante lavoro delle nostre Federazioni – hanno concluso i Presidenti di FISH e FAND – attraverso le nostre reti associative, congiuntamente con le Istituzioni, che continueremo a promuovere un mondo in cui ogni individuo possa realizzare il proprio potenziale senza barriere né discriminazioni, fiduciosi che questo anniversario possa essere un’ulteriore occasione per promuovere e diffondere i principi e i valori fondanti della Convenzione ONU». (S.B.)

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SEZ. DISABILITA NEWS Una buona progettazione abilita, una cattiva progettazione disabilita

4 Marzo 2024 , Scritto da Angela Cecere Con tag #SEZ. DISABILITA NEWS

SEZ. DISABILITA NEWS Una buona progettazione abilita, una cattiva progettazione disabilita

INSERITO DA ANGELA CECERE Good Design Enables, Bad Design Disables”, ossia “Una buona progettazione abilita, una cattiva progettazione disabilita”: così Manuela Viezzoli, dipendente del Centro di Ateneo per i Diritti Umani A. Papisca dell’Università di Padova e donna con disabilità, conclude l’approfondimento che presentiamo oggi a Lettori e Lettrici, consistente in un vero e proprio viaggio in alcuni musei dell’Università di Padova, a sostegno dell’accessibilità alla cultura e per riflettere a fondo su come realmente perseguire tale obiettivo per tutti e tutte In occasione dell’International Museum Day 2023, promossa a livello mondiale dall’ICOM, il Consiglio Internazionale dei Musei, il CAM dell’Università di Padova (Centro di Ateneo per i Musei) ha pensato e creato una serie di eventi nei diversi contesti museali e culturali dell’Università stessa, al fine di ampliare il più possibile la platea dei pubblici e fornire occasione di nuove esperienze, promuovendo accessibilità e fruizione di spazi, oggetti e opere attraverso modalità differenti rispetto a quelle convenzionali. Una serie di esperienze nuove e arricchenti, dunque, per tutte le persone, con o senza disabilità.
Personalmente ho avuto l’opportunità e il piacere di partecipare agli eventi creati dal Museo dell’Educazione, dal Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte e infine alla visita personalizzata presso la Sala dei Giganti. Sono Manuela Viezzoli, dipendente del Centro Diritti Umani A. Papisca dell’Università di Padova e mi occupo prevalentemente di diritti umani e inclusione delle persone con disabilità. Io stessa sono una persona con disabilità e utilizzo la sedia a rotelle; uso un pochino la mano sinistra e potrei definire il mio modo di vedere piuttosto buffo visto che “vedo ma non vedo”; potrei dire meglio che in generale ci vedo (le diottrie ce le ho tutte!), ma ho difficoltà a percepire soprattutto dettagli o pagine scritte. A compensare utilizzo molto il canale uditivo e una buona capacità di memoria. L’opportunità di questo viaggio all’interno dei musei patavini mi ha permesso di fare esperienze del tutto diverse nella fruizione di opere e spazi, attivando canali come il tatto che di solito non uso, oppure utilizzando la vista in modo diverso e più efficace, grazie alle preziose indicazioni e alla guida degli appassionati operatori che mi hanno consentito di godere maggiormente delle complessità. Learning by Hand: il Museo dell’Educazione Questa è stata la prima tappa del mio viaggio, un’immersione nel passato circondata da moltissimi oggetti appartenenti a tutti i contesti della vita quotidiana legati all’infanzia, non solo all’educazione scolastica in senso stretto, peculiarità di questo museo (unico in Italia insieme a quello di Roma). Accompagnata dalla voce calda e soave del racconto e delle dettagliate descrizioni, dalle attenzioni nei confronti delle esigenze di ogni visitatore da parte della curatrice Elena Santi, sono entrata facilmente nell’atmosfera dell’infanzia nel passato. Abbiamo cominciato con il “gioco delle scatole”. Con gli occhi bendati ho inserito le mani nei fori laterali delle scatole chiuse create dalla curatrice, contenenti diversi oggetti che ho potuto esplorare con il tatto, cercando di indovinare cosa fossero: una bambola di porcellana, una di pezza e un Pinocchio di legno! Abbiamo proseguito toccando e osservando nei dettagli giochi e giocattoli, libri, quaderni, materiali didattici di diversa natura e arredi antichi. Sono poi entrata concretamente nella dimensione di un’aula scolastica del secolo scorso, toccando i vecchissimi banchi di legno scuro, i pennini appuntiti, l’enorme abaco, il mappamondo… Che sensazione di stupore e meraviglia! Anche se, a dirla tutta, il ritorno al “clima scolastico” qualche ombra di disagio me l’ha rievocata…Osservando gli altri visitatori, ho notato anche come ci possono essere un po’ di resistenze e piccoli disagi nell’essere bendati, nel prendere contatto con l’ignoto toccando ciò che non si vede; oppure delle remore, nonostante i continui solleciti della curatrice, a usare il tatto su oggetti tanto vecchi e fragili che di solito è consentito solo guardare. Museo per tutti: Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte Ed eccoci alla seconda esperienza. Per la prima volta sono entrata in questo meraviglioso museo progettato da Giò Ponti al terzo piano dell’edificio Liviano, con le sue prospettive e gli ampi spazi che accolgono oggetti appartenenti a diverse epoche storiche. Purtroppo la curatrice Alessandra Menegazzi non ha potuto presenziare alle visite, ma abbiamo avuto il piacere di essere stati accolti con calore dall’appassionato collega del Dipartimento dei Beni Culturali Arturo Zara, il quale si è offerto di affiancare e coordinare il personale in sua assenza. Siamo stati accompagnati lungo tutto il percorso, in modo accurato e coinvolgente, e seguiti inoltre uno a uno nella meravigliosa esperienza di esplorazione tattile, alla quale è stato dedicato molto tempo. Indossando un’enorme benda ho potuto giocare esplorando con le mani le riproduzioni in gesso di busti e di un enorme pannello stampato da un file 3D e rifinito a mano. Con grande cura e attenzione personalizzata, Arturo Zara mi ha consentito di percepire nei dettagli tutte le sensazioni che le diverse parti delle superfici suscitavano, chiedendo anche molta partecipazione da parte mia attraverso la condivisione verbale rispetto a ciò che sentivo e giocando a indovinare il soggetto. L’opportunità di entrare in contatto con le riproduzioni delle statue attraverso l’esplorazione tattile è stata un’esperienza assolutamente nuova, appagante. La visita è poi proseguita con naturalezza, attraversando con grande semplicità i diversi periodi storici e consentendomi, finalmente, di affrontare e immergermi “nella storia” in modo nuovo e per me efficace. Una stanza tutta per sé: Sala dei Giganti Non è così scontato il privilegio di avere la disponibilità esclusiva per sé, o al massimo per propri amici, di uno spazio tanto prestigioso e della guida per una visita personalizzata e calibrata su misura. Da subito la Sala ha avuto uno strano e particolare impatto: lo spazio così ampio e gli affreschi raffiguranti i giganti della storia, tanto alti e maestosi, mi hanno suscitato innanzitutto una sensazione di calma e serenità. Mi hanno anche fatta sentire piccola, ma allo stesso tempo parte della grande storia dell’umanità, a tal punto da farmi riflettere sul mio posto nel mondo e sul mio futuro. Caspita, che bell’impatto emotivo, tanto per iniziare! È stata un’esperienza coinvolgente e immersiva, grazie all’entusiasmo e alla precisione della curatrice Chiara Marin nell’attraversare le storie e le vicissitudini della Sala, nel racconto dei personaggi e nella descrizione degli affreschi utilizzando tecniche ad hoc, quali ad esempio l’ascolto di musiche dell’epoca, per fare immergere il visitatore nei diversi periodi storici. Abbiamo anche dedicato prezioso tempo per parlare della sua esperienza nei giorni precedenti nell’accogliere persone con esigenze diverse e delle differenti modalità utilizzate per le visite personalizzate.
Devo dire che la passione e l’entusiasmo contagiosi di Chiara, accompagnati da questa capacità di calibrare l’esperienza sul visitatore, qualità non scontata, hanno molto contribuito a rendere la visita particolarmente significativa. Non è infatti cosa scontata che sia offerta l’opportunità di poter godere di esperienze come queste, bisogna pertanto riconoscere al CAM dell’Ateneo patavino il merito di avere pensato e organizzato questo percorso in diversi siti culturali della città, promuovendo accessibilità per tutti e modalità di fruizione diversificate. Grazie alla multisensorialità e alla personalizzazione nelle visite, viene arricchita l’esperienza di tutti i visitatori, con e senza disabilità, come hanno evidenziato il grande coinvolgimento e l’entusiasmo della mia assistente sul lavoro che ha fatto con me in questo viaggio e degli altri visitatori che ho potuto osservare. A mio parere con queste modalità vengono inoltre stimolate risorse personali che consentono di assumere nuove prospettive su di sé e sul mondo. Un’altra interessante considerazione può riguardare il fatto che tutti vengono messi sullo stesso piano, abbattendo le differenze, anche nelle difficoltà, come ad esempio durante le esplorazioni tattili da bendati. Spero che queste iniziative temporanee diventino sempre più frequenti, conosciute, recepite dal territorio e quindi più partecipate in quanto preziose occasioni; ma spero soprattutto che vengano creati quanto prima un maggior numero di spazi permanenti caratterizzati da accessibilità e fruibilità per tutti. Museo della Natura e dell’Uomo: una visita per viverne la fruibilità A qualche mese dall’inaugurazione di tale struttura ho avuto l’opportunità di visitare il più grande museo scientifico universitario d’Italia (a questo link il sito), esperienza per cui ringrazio molto la curatrice della Sezione di Zoologia Marzia Breda, la quale ha generosamente dedicato molte ore del proprio tempo nell’accompagnarmi in questo fantastico “viaggio nel tempo e nello spazio attraverso le ere geologiche fino ad oggi”. Fin da subito si è instaurato un clima di condivisione e scambio reciproco: accompagnandoci nella visita alle ricchissime sezioni di Mineralogia, Geologia e Paleontologia, Zoologia e Antropologia, Marzia richiedeva costantemente opinioni e feedback sull’accessibilità degli spazi e sulla fruibilità delle esposizioni sia a me che alla mia assistente, per averne una panoramica più articolata. Ne è nato un confronto interessante e produttivo, in cui mi sono sentita valorizzata come persona con disabilità, ma anche come collega nell’offrire il mio punto di vista e nel suggerire possibili adattamenti. L’esperienza del percorso inizia in modo molto suggestivo, risucchiando immediatamente il visitatore in un’altra dimensione, grazie al video immersivo Dal centro della terra durante il quale si è avvolti a trecentosessanta gradi da immagini, suoni e vibrazioni. Purtroppo non posso dilungarmi nella descrizione delle fantastica esperienza vissuta nell’attraversare le diverse sezioni, che mi hanno stupita sia per la grande ricchezza  di reperti, ma anche per i diversi momenti di stimolo alla riflessione su grandi temi attuali: ad esempio, selezionando gli anni futuri su touch screen con mappa dell’Italia settentrionale, si possono concretamente osservare le variazioni nell’innalzamento del livello del mare sui nostri territori, secondo il modello di previsione basato sui cambiamenti climatici in atto. Questo esempio ci fornisce anche l’occasione per soffermarci a fare alcune considerazioni su accessibilità e fruibilità: purtroppo non riuscivo a toccare e vedere la mappa, essendo lo schermo troppo alto e non sufficientemente inclinato. Ci siamo confrontate anche riguardo ad altre criticità riscontrate durante il percorso, a partire dalla generale difficoltà per tutti (e non solo per le persone con disabilità) nella fruizione delle didascalie relative ai reperti, fino alle considerazioni sull’esposizione di alcuni modelli tattili, purtroppo poco segnalati al pubblico e (di nuovo) fuori portata per le persone sedute in sedia a rotelle. Inoltre, nello studio della curatrice, ci siamo prese del tempo per ragionare sul ruolo dei musei e della cultura nella vita delle persone con disabilità, nella prospettiva dello Human Right Based Approach (“approccio basato sui diritti umani”) promosso dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che rende l’accessibilità prerequisito fondamentale per il riconoscimento e il rispetto di “tutti i Diritti Umani per tutti”: diritto all’autonomia e alla crescita personale, alla partecipazione alla vita sociale e culturale, all’autodeterminazione per una vita il più possibile indipendente. Le esperienze raccontate sono state per me molto significative, sia dal punto di vista della crescita personale che di quella professionale: mi hanno dato l’opportunità di vivere e apprezzare come mai prima le collezioni dei musei e di sperimentare in prima persona le dimensioni di accessibilità e fruibilità nel mondo della cultura, stimolando riflessioni e successivi approfondimenti. Mi sono dedicata, infatti, alla lettura dei Quaderni della Valorizzazione NS 4 del MIBACT-Direzione Generale Musei (2017), i quali mettono in evidenza la rilevanza di concetti e prospettive quali il Modello sociale dell’accessibilità (fisica, culturale, economica, cognitiva, sensoriale), intesa come “fruizione” e “per tutti”, condizione imprescindibile  per l’ampliamento della partecipazione e del coinvolgimento dei pubblici; il ruolo del Museo contemporaneo non più quale spazio elitario, ma come “piazza”, luogo di confronto ed esperienza sociale, di costruzione di saperi basata sull’ascolto reciproco, sostenendo partecipazione e accettazione sociale delle differenze. Viene in tal senso chiamata in causa la “responsabilità sociale” dei musei (Codice Etico ICOM). Per concretizzare tutto questo e perseguire quindi una reale accessibilità al patrimonio culturale e l’inclusione della massima diversità umana dei fruitori, è necessario procedere in modo logico, inclusivo ed economico, attraverso un’analisi fondamentale delle variabili in gioco e il coinvolgimento degli utenti finali in ogni fase del processo progettuale “per non dimenticare di pensare per il mondo reale” (EIDD – Design for All Europe, Dichiarazione di Stoccolma, 2004). In tale uso cosciente del progetto consiste la Progettazione Universale (Universal Design) o Design for All per la diversità umana, l’inclusione sociale e l’uguaglianza. Good Design Enables, Bad Design Disables, ossia “Una buona progettazione abilita, una cattiva progettazione disabilita”.

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