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sez. disabilita news

SEZ. DISABILITA NEWS Justin Glyn nel Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita della Santa Sede

8 Gennaio 2024 , Scritto da Angela Cecere Con tag #SEZ. DISABILITA NEWS

SEZ. DISABILITA NEWS Justin Glyn nel Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita della Santa Sede

INSERITO DA ANGELA CECERE Figura illuminata, nota anche ai Lettori e alle Lettrici del nostro giornale per il saggio “‘Us’ not ‘Them’. Disability and Catholic Theology and Social Teaching” (“‘Noi’, non ‘loro’. Disabilità, teologia e dottrina sociale cattolica”), che ha dato vita alla traduzione italiana “A Sua immagine? Figli di Dio con disabilità”, arricchita di ulteriori contributi, padre Justin Glyn, consulente legale della Provincia Australiana della Compagnia di Gesù, è stato nominato da Papa Francesco tra i consultori del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita della Santa Sede «Sono stato sorpreso e onorato di questa nomina. Quando il Dicastero mi ha invitato a partecipare alle sue consultazioni sulla disabilità nel 2021 ero estremamente emozionato, poiché le persone con disabilità non erano state realmente coinvolte nelle discussioni sulla comprensione della disabilità da parte della Chiesa fino al pontificato di Papa Francesco. Il processo di preparazione del documento La Chiesa è la nostra casa [se ne legga già anche sulle nostre pagine, N.d.R.] ha coinvolto persone con disabilità di tutto il mondo e ha visto una stretta collaborazione sia tra le persone con disabilità che con il Dicastero. Sebbene io sia solo uno dei cantori di questo coro, sono grato che il Dicastero mi abbia chiesto di dargli voce su questi temi»: lo ha dichiarato padre Justin Glyn, consulente legale della Provincia Australiana della Compagnia di Gesù, dopo essere stato nominato da Papa Francesco tra i consultori del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita della Santa Sede. «Superando.it» ha già avuto modo di occuparsi in diverse occasioni di Justin Glyn, persona con disabilità visiva, in quanto Autore del saggio “Us” not “Them”. Disability and Catholic Theology and Social Teaching (“Noi”, non “loro”. Disabilità, teologia e dottrina sociale cattolica), che ha portato all’opera A Sua immagine? Figli di Dio con disabilità (La Vita Felice, 2022) la quale ne costituisce sostanzialmente la traduzione, arricchita tuttavia da ulteriori approfondimenti e che ha anche dato vita a un prezioso luogo virtuale di continuo confronto nel blog asuaimmagine. (S.B.)

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SEZ. DISABILITA NEWS Progettazione accessibile e inclusiva: il ruolo dell’inclusive designer

6 Gennaio 2024 , Scritto da Angela Cecere Con tag #SEZ. DISABILITA NEWS

SEZ. DISABILITA NEWS Progettazione accessibile e inclusiva: il ruolo dell’inclusive designer

INSERITO DA ANGELA CECERE Si terrà tra febbraio e aprile la seconda edizione del corso di formazione “Design for all strategy. Requisiti operativi per la progettazione accessibile e inclusiva: il ruolo dell’inclusive designer”, promosso dal Politecnico di Milano, rivolgendosi a tutti coloro che vogliano integrare in modo pratico la strategia progettuale “Design for All” e “Universal Design” all’interno della progettazione di edifici pubblici e privati e ambienti accessibili, fruibili e inclusivi per il maggior numero di persone possibili. Il tutto con l’obiettivo di formare la figura dell’inclusive designer Il Politecnico di Milano ha organizzato la seconda edizione del corso di formazione permanente denominato Design for all strategy. Requisiti operativi per la progettazione accessibile e inclusiva: il ruolo dell’inclusive designer, promosso dal Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruzioni (ABC) del Politecnico stesso. L’iniziativa si rivolge a tutti coloro che vogliano integrare in modo pratico ed efficace la strategia progettuale Design for All e Universal Design all’interno della progettazione di edifici pubblici e privati e ambienti accessibili, fruibili e inclusivi per il maggior numero di persone possibili. «Il Design for All – si ricorda a tal proposito in Persone con disabilità.it – è ora oggetto di standard europei recepiti anche in Italia (come la UNI CEN EN17210:2021), per promuovere l’attenzione verso il benessere dell’individuo, e viene attualmente richiesto tra i requisiti di qualità degli ambienti per l’aggiudicazione di gare di progettazione di edifici ad uso e interesse pubblico». Durante il corso verranno forniti contenuti multidisciplinari, tramite contributi di esperti in àmbito accademico e professionisti del settore, su aspetti metodologici, tecnici e normativi, buone prassi e casi studio di architetture, strumenti prestazionali a supporto della progettazione e di valutazione della qualità degli edifici. Il tutto per formare la figura dell’inclusive designer, vale a dire un esperto sul tema della progettazione inclusiva, in grado di progettare ambienti fruibili in modo autonomo e soprattutto inclusivi a livello fisico, sensoriale, cognitivo e sociale. I destinatari sono segnatamente architetti, ingegneri, pianificatori, professionisti delle Pubbliche Amministrazioni, decisori politici, responsabili del servizio di prevenzione e protezione (RSPP), accessibility e disability manager, responsabili della gestione risorse umane di grandi aziende, nonché dirigenti di Associazioni e Fondazioni attive sui temi dell’inclusione. Il corso – che si svolgerà in collaborazione con l’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milano –  ha  ottenuto la sponsorizzazione di Proludic, AccessiWay e Newton, oltre al patrocinio di Design for All Italia, EIDD (Design for All Europe), CERPA Italia (Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità), CRABA (Centro Regionale per l’Accessibilità e il Benessere Ambientale della LEDHA), LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, componente lombarda della FISH-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), CNETO (Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera), Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano, Associazione Rotellando, INU (Istituto nazionale di Urbanistica), FEDMAN (Federazione Disability Management) e Comitato Global Inclusion. (S.B.)

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SEZ. DISABILITA NEWS Decreto Inclusione: perché quest’anno si deve fare (molto) di più

5 Gennaio 2024 , Scritto da Angela Cecere Con tag #SEZ. DISABILITA NEWS

SEZ. DISABILITA NEWS Decreto Inclusione: perché quest’anno si deve fare (molto) di più

INSERITO DA ANGELA CECERE «Senza l’applicazione degli indifferibili principi “inclusivi” contenuti nel Decreto Legislativo 66/17 sull’inclusione scolastica – scrive Gianluca Rapisarda -, Decreto emanato ormai sei anni e mezzo fa, difficilmente quella norma riuscirà a farà transitare la scuola italiana dalla vecchia dimensione integrativa alla nuova cultura dell’inclusione per tutti. Spero tanto di sbagliarmi e che la “luce” di questo nuovo anno porti agli alunni e alle alunne con disabilità del nostro Paese il “regalo” di una scuola diversa e veramente inclusiva» Alunna con disabilità in una classe di scuola Nelle scorse settimane ho letto con attenzione l’articolo di Salvatore Nocera pubblicato su queste stesse pagine, dal titolo Servono quanto prima gli atti applicativi del Decreto sull’inclusione. Personalmente condivido il rammarico dell’amico Nocera circa la mancata emanazione da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito dei Decreti Applicativi del Decreto Legislativo 66/17. Infatti, nonostante la nuova ridenominazione, a tutt’oggi il Ministero ha purtroppo solo il “demerito” di non avere ancora completato l’iter di attuazione della delega della “Buona Scuola” sull’inclusione scolastica, con gravi ripercussioni per il successo formativo degli alunni e delle alunne con disabilità del nostro Paese. Proprio per tale motivo, mi sento di affermare, senza timore di essere smentito che, così com’è attualmente, il Decreto 66/17, pur essendo una buona norma sulla carta, ispirata al modello ICF [la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, N.d.R.], e ai princìpi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, rischia tuttavia nel concreto di rappresentare un’occasione mancata per un proficuo processo di inclusione degli studenti con disabilità italiani del Terzo Millennio e che, quindi, quest’anno si può e si deve fare di più. Innanzitutto, a parere di chi scrive, una delle novità più significative del Decreto di cui si parla e che è una norma delegata della Legge 107/15, quella appunto della cosiddetta “Buona Scuola”, è il fatto che, all’articolo 4, la valutazione dell’inclusione scolastica sia parte integrante della valutazione della scuola, tramite indicatori dell’INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione). Ma a distanza di sei anni e mezzo dal Decreto 66/17,, di quegli Indicatori di Qualità e dell’INVALSI gli allievi con disabilità delle scuole di ogni ordine e grado hanno perso le tracce e li stanno ancora aspettando. Alla definizione dei predetti Indicatori di qualità dell’inclusione scolastica dovrebbe poi partecipare anche l’Osservatorio Permanente per l’Inclusione Scolastica istituito presso il Ministero, come stabilito dall’articolo 15 del Decreto, il cui funzionamento richiede comunque un’ulteriore regolamentazione. L’articolo 5, poi, parla di un «profilo di funzionamento secondo i criteri del succitato modello bio-psico-sociale dell’ICF, ai fini della formulazione del progetto individuale (di cui all’articolo 14 della legge 8 Novembre 2000 n. 328), nonché per la definizione del Piano Educativo Individualizzato (PEI)». In verità, anche su questo versante, c’è un po’ di confusione, perché l’iter normativo di definizione del Profilo di Funzionamento non è stato ancora completato dal Ministero. D’altra parte, la possibilità stabilita dall’articolo 14 del Decreto, di garantire la continuità didattica dei docenti di sostegno, attraverso la possibilità di confermare per più volte nel corso dell’anno scolastico successivo lo stesso docente con contratto determinato, come rivendicato con forza dalle famiglie dei ragazzi con disabilità, è rimasta lettera morta e non ha mai trovato attuazione da parte del Ministero. Un discorso più approfondito richiede la “delicata “questione relativa alle nuove modalità di formazione iniziale dei docenti curricolari e per il sostegno della scuola dell’infanzia, di quella primaria e di quella secondaria di primo e secondo grado e alle nuove procedure del loro reclutamento. Al riguardo, dovrebbe già attuarsi il recente Decreto del Presidente del Consiglio (DPCM) applicativo della Legge 79/22 (conversione del Decreto Legge 36/22 su Ulteriori misure urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza). Il predetto DPCM, però, relativamente alla formazione iniziale dei docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado, “rilancia” ben poco l’inclusione, prevedendo solo 10 Crediti Formativi su 60 sulla pedagogia e la didattica, con il rischio, quindi, che quelli sulla pedagogia e la didattica speciale si riducano a un numero insignificante. Effettivamente, sarebbe opportuno che la pedagogia speciale e la didattica dell’inclusione trovassero finalmente giusto spazio e dignitosa collocazione nei percorsi formativi accademici dei futuri docenti curricolari. Tuttavia, per assicurare il pieno successo scolastico degli alunni/studenti con disabilità, reputo che tutto ciò non basti. A mio avviso, infatti, occorrerebbe invece promuovere finalmente un’idonea e specifica azione formativa di massa di tutto il personale scolastico e non solo dei docenti curricolari e specializzati aspiranti o già in servizio. Continuare ad insistere solo sulla formazione degli insegnanti di sostegno non farebbe altro che reiterare colpevolmente la distorsione verso la delega ai soli docenti specializzati del processo d’inclusione scolastica, dimenticando l’autentico spirito della Legge 517/77, che è quello del “sostegno del contesto”. Per un’efficace inclusione degli studenti con disabilità nella scuola di e per tutti, dunque, è indispensabile non solo la presenza del docente per il sostegno, ma soprattutto realizzare contesti “flessibili”, dotati di ambienti, strumenti e materiali resi accessibili anche grazie alla presenza costante di figure educative di riferimento. In proposito, un’altra inspiegabile “incompiuta” del Decreto 66/17 è, come previsto dall’articolo 3, la mancanza del riconoscimento del profilo giuridico dell’assistente all’autonomia e alla comunicazione e, per gli alunni con disabilità visiva, dell’auspicabile istituzione da parte del Ministero della figura dell’“esperto in scienze tiflologiche” o, quanto meno, di una figura che possegga competenze di base in tiflopedagogia e tiflodidattica (la tiflologia è la scienza che studia le condizioni e le problematiche delle persone con disabilità visiva, al fine di indicare soluzioni per attuare la loro piena integrazione sociale e culturale). Anche la formazione generalizzata di tutto il personale scolastico sulle singole disabilità, stabilita dall’articolo 13 del Decreto 66/17, mi pare un po’ lacunosa, in quanto non prevede alcun obbligo di osservarla. Infine, il GIT (Gruppo per l’Inclusione Territoriale), che è senz’altro l’elemento di maggiore novità dell’intero Decreto 66/17, istituito ai sensi dell’articolo 9, con il compito di sostituire l’operato del GLIP (Gruppo di Lavoro Interistituzionale Provinciale), non ha ancora visto la “luce” e tuttora langue nei meandri dei cassetti ministeriali. Senza trascurare, tra l’altro, la grave e frequente disapplicazione da parte del Ministero sui diritti delle famiglie degli studenti con disabilità rispetto alla loro effettiva partecipazione ai GLO (Gruppi di Lavoro Operativi per l’Inclusione) e su un loro reale coinvolgimento nella formulazione e predisposizione del Piano Educativo Individualizzato (PEI). E per concludere, nutro pure alcune perplessità relativamente al comma 4 dell’articolo 3, che istituisce l’assistenza igienico-personale degli allievi con disabilità a “carico” dei collaboratori scolastici. Esso, infatti, non essendo stato esplicitato da chiarimenti nemmeno dall’attuale Governo, a mio avviso fa certamente discutere, proprio per ragioni di mancata chiarezza. In definitiva, per quanto finora esposto, senza l’applicazione di tali indifferibili principi “inclusivi”, veri e propri discriminanti e spartiacque pedagogici, difficilmente il Decreto 66/17 farà transitare la scuola italiana dalla vecchia dimensione integrativa alla nuova cultura dell’inclusione per tutti. Spero tanto di sbagliarmi e che la “luce” di questo nuovo anno porti agli alunni e alle alunne con disabilità del nostro Paese il “regalo” di una scuola diversa e veramente inclusiva.

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SEZ. DISABILITA NEWS Una “favola della buonanotte” per parlare in immagini di sessualità e disabilità

4 Gennaio 2024 , Scritto da Angela Cecere Con tag #SEZ. DISABILITA NEWS

SEZ. DISABILITA NEWS Una “favola della buonanotte” per parlare in immagini di sessualità e disabilità

INSERITO DA ANGELA CECERE C’è ancora tempo fino al 20 gennaio per partecipare alla sesta edizione di “Sensuability & Comics”, il concorso di fumetti e illustrazioni organizzato dall’Associazione Nessuno Tocchi Mario, nell’àmbito del più ampio progetto “Sensuability”, ideato da Armanda Salvucci per approfondire il legame tra sessualità e disabilità. Il tema della presente edizione è “Sessualità, disabilità e favole”, da declinare con una tavola o un fumetto originale e inedito, ove rappresentare una scena romantica, erotica o sensuale tratta da una favola, una fiaba o un racconto C’è ancora tempo fino al 20 gennaio per partecipare alla sesta edizione di Sensuability & Comics, l’ormai tradizionale concorso di fumetti e illustrazioni, organizzato dall’Associazione NessunoTocchiMario, nell’àmbito del più ampio progetto Sensuability, ideato da Armanda Salvucci e del quale ci siamo già più volte occupati sulle nostre pagine, un’iniziativa voluta per approfondire il legame tra sessualità e disabilità, «un binomio spesso oggetto di pregiudizio – come sottolineato a suo tempo dai promotori – da affrontare con ironia e leggerezza nelle diverse declinazioni artistiche, proprio per superare tutti i tabù che caratterizzano non solo fisicità bollate come imperfette, ma il tema stesso del sesso, che inibisce e diventa oggetto di difficoltà relazionale per molte persone». Questa edizione di Sensuability & Comics – che si svolge ancora una volta in collaborazione con la mostra Comicon – propone a fumettisti e illustratori una nuova sfida: rappresentare cioè con tavole innovative la propria idea del legame che unisce sessualità, disabilità, fiabe e favole. Nello specifico i destinatari sono giovani fumettiste/fumettisti e illustratrici/illustratori esordienti e non, che abbiano almeno 16 anni e che risiedano o lavorino su tutto il territorio nazionale. Ogni partecipante, quindi (l’iscrizione è gratuita) dovrà realizzare una tavola o un fumetto originale e inedito, nel quale sia rappresentata una scena romantica, erotica o sensuale tratta da una favola, una fiaba o un racconto che sia significativa per il/la partecipante stesso/a. A presiedere la giuria sarà l’illustratore Fabio Magnasciutti, autore della locandina di questa edizione e a completare il team di esperti saranno Luca Laca Montagliani, Elena Mirulla, alino e Armanda Salvucci. «Sensuability® & Comics – ricordano i promotori del progetto – si propone di abbattere gli stereotipi relativi alla sessualità e alla disabilità e di favorire la libertà di espressione delle persone oggetto di pregiudizi, proponendo nuovi linguaggi e un nuovo modo di fare cultura che agisca attraverso tutte le forme d’arte: dalla cinematografia alla fotografia, alla pittura, alla musica e appunto al fumetto, per rappresentare e vedere in altro modo la disabilità. La sessualità, infatti, è una parte integrante della personalità di ciascuno, è un’esigenza vitale e un aspetto fondante dell’essere umano che non può essere separato dalle altre sfere della vita. Il sesso, però, è spesso associato all’aspetto esteriore, all’essere attraenti fisicamente, concetti che alimentano una stereotipia per cui solo se sei “bello e perfetto” puoi farlo. Le persone con disabilità, invece, vengono spesso considerate come bambini o addirittura asessuate. Attraverso il fumetto e l’illustrazione, il concorso si propone pertanto di sensibilizzare su un tema complesso qual è la sessualità, contribuendo a creare un immaginario erotico che descriva corpi non perfetti, ma estremamente sensuali e un linguaggio che non descriva più come “vittima” o come “supereroe” la persona con disabilità». Rispetto poi al tema scelto per l’edizione di quest’anno, «le favole e le fiabe – viene sottolineato – offrono modelli di comportamento chiaramente comprensibili a tutti. Parlano attraverso un linguaggio semplice e costruito secondo regole precise a chiunque, dai più piccoli ai più anziani. Impossibile dunque sottrarsi al loro fascino, alle emozioni e alle sensazioni che riescono a trasmettere. Le fiabe e le favole si fanno immagini in maniera del tutto naturale, si trasformano in segni e disegni nel momento stesso in cui le parole assumono vita». «Le favole – aggiunge Armanda Salvucci – danno forma al mondo, definiscono e raccontano riti di iniziazione, danno voce ai popoli e aiutano i più piccoli a superare paure e barriere. Invitiamo quindi ancora una volta gli artistia superare pregiudizi e luoghi comuni e a trasformare in immagini la loro idea di sessualità e disabilità, attraverso una “favola della buonanotte”». S.B.

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SEZ. DISABILITA NEWS Matteo Scapin e le opportunità di inclusione offerte dalla musica elettronica

3 Gennaio 2024 , Scritto da Angela Cecere Con tag #SEZ. DISABILITA NEWS

SEZ. DISABILITA NEWS Matteo Scapin e le opportunità di inclusione offerte dalla musica elettronica

INSERITO DA ANGELA CECERE Scuole, associazioni, fondazioni: sono in tanti ad avere già applicato le metodiche ideate da Matteo Scapin con i suoi laboratori musicali inclusivi, e i risultati finora ottenuti sono stati davvero notevoli, permettendo a numerose persone con disabilità di partecipare attivamente alla creazione e alla performance di brani musicali elettronici, ma anche e soprattutto di migliorarne l’autonomia personale «La musica elettronica offre un’ampia gamma di possibilità creative e una grande flessibilità nel campo della produzione musicale. Attraverso i miei laboratori musicali inclusivi, voglio assicurarmi che tutti abbiano l’opportunità di esplorare il loro potenziale musicale e di esprimersi senza limitazioni. La musica, infatti, può essere uno strumento potente per creare connessioni e superare le barriere che spesso limitano le persone con diverse disabilità»: a dirlo è Matteo Scapin, docente di produzione musicale, che ha sviluppato appunto un proprio metodo innovativo, per promuovere l’inclusione attraverso la musica, creando, come detto, laboratori musicali che offrono opportunità di apprendimento e di espressione a persone di tutte le abilità. «I laboratori musicali inclusivi – aggiunge Scapin – promuovono l’autostima, la collaborazione e la consapevolezza delle diverse abilità presenti nel gruppo. Offrono inoltre una piattaforma per la crescita individuale (empowerment) e la valorizzazione delle capacità di ognuno». Attraverso l’uso di strumenti e software di produzione musicale, Scapin ha creato dunque un ambiente accogliente e accessibile per tutti coloro che vi si avvicinano, indipendentemente dalle loro abilità. Il tutto utilizzando tecnologie innovative, come Controller MIDI adattabili e software di registrazione intuitivi, che consentono di sperimentare, esplorare e creare musica elettronica senza difficoltà fisiche o tecniche. Scapin lavora già da tempo a stretto contatto con scuole, associazioni e fondazioni, collaborando con insegnanti, educatori e musicisti, per integrare il proprio metodo di insegnamento all’interno dei programmi educativi esistenti e i risultati finora ottenuti, diffondendo le metodiche dei suoi laboratori musicali, sono stati davvero notevoli, permettendo a numerose persone con disabilità di partecipare attivamente alla creazione e alla performance di brani musicali elettronici, ma anche e soprattutto di migliorarne l’autonomia personale. (S.B.)

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SEZ. DISABILITA NEWS Reinserimento professionale persone disabili da lavoro: nuovo bando Inail

30 Dicembre 2023 , Scritto da Angela Cecere Con tag #SEZ. DISABILITA NEWS

SEZ. DISABILITA NEWS Reinserimento professionale persone disabili da lavoro: nuovo bando Inail

INSERITO DA ANGELA CECERE Stanziati due milioni e mezzo di euro per la realizzazione di iniziative per la diffusione di una cultura condivisa sulle tutele previste dall’ordinamento e della conoscenza delle misure di sostegno messe a disposizione all’Istituto A distanza di tre anni dal primo avviso pubblico, che ha visto la partecipazione di 35 soggetti proponenti e il coinvolgimento di circa settemila discenti, con il nuovo bando pubblicato oggi in Gazzetta ufficiale l’Inail mette a disposizione altri due milioni e mezzo di euro per la realizzazione di progetti di formazione e informazione in materia di reinserimento e integrazione lavorativa delle persone con disabilità da lavoro. FINALITÀ DEL BANDO L’obiettivo è promuovere la diffusione tra i datori di lavoro, i lavoratori e i soggetti in cerca di nuova occupazione di una cultura condivisa sulle tutele previste dall’ordinamento per garantire parità di diritti ai lavoratori con disabilità e far conoscere le misure di sostegno che sono state predisposte dall’Istituto per la realizzazione degli interventi necessari al reinserimento lavorativo. DESTINATARI Destinatari dei finanziamenti sono gli enti bilaterali, le associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori più rappresentative sul piano nazionale, i patronati e le associazioni senza fini di lucro che hanno per oggetto la tutela del lavoro, l’assistenza e la promozione delle attività imprenditoriali, la tutela della disabilità e la progettazione ed erogazione di percorsi formativi e di alternanza. Le iniziative di formazione e informazione devono essere destinate a un numero di partecipanti a livello nazionale complessivamente non superiore a 400 e articolarsi in almeno due dei quattro moduli indicati nell’avviso pubblico, con l’inclusione obbligatoria di quello che riguarda il Regolamento Inail per il reinserimento e l’integrazione lavorativa e le relative modalità di attivazione dei progetti personalizzati. Le attività dovranno essere tenute da docenti qualificati e potranno essere svolte in presenza o in videoconferenza con modalità sincrona. FINANZIAMENTO Il finanziamento complessivo di ciascun progetto non potrà essere superiore a 120mila euro e terrà conto del numero dei partecipanti e delle ore in cui si sviluppano i moduli prescelti. L’assegnazione dei fondi avverrà attraverso una procedura “valutativa a sportello”, nel rispetto dell’ordine cronologico di presentazione delle domande in via telematica, fino a esaurimento delle risorse disponibili. Le date e gli orari di apertura e chiusura della procedura informatica per l’inoltro delle domande online e il relativo manuale operativo saranno pubblicati sul sito dell’Istituto il 29 febbraio 2024.

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SEZ. DISABILITA NEWS Una casa completamente accessibile grazie alla tecnologia: il sogno di una famiglia per il figlio disabile diventa realtà

29 Dicembre 2023 , Scritto da Angela Cecere Con tag #SEZ. DISABILITA NEWS

SEZ. DISABILITA NEWS Una casa completamente accessibile grazie alla tecnologia: il sogno di una famiglia per il figlio disabile diventa realtà

INSERITO DA ANGELA CECERE Con il progetto “La casa di Ale”, la famiglia Meroni ha realizzato a Villa Guardia, in provincia di Como, un'abitazione in grado di garantire al figlio Alessandro autonomia e indipendenza. Ce ne parla papà Marco Una delle maggiori preoccupazioni per una famiglia con un figlio disabile, specialmente se si muove in carrozzina, è quella di garantire una casa in grado di soddisfare le necessarie esigenze di mobilità. A dare una risposta concreta a questo bisogno ci ha pensato la famiglia Meroni grazie al progetto “La casa di Ale”, che per Alessandro ha ideato e realizzato a Villa Guardia, in provincia di Como, un'abitazione completamente accessibile grazie alla tecnologia; a parlarcene è papà Marco (il resto della famiglia è composto da mamma Angela e dalla sorella Gaia estero nella casa della famiglia Meroni Alessandro e la sua famiglia Alessandro ha 11 anni ed è tetraplegico da quando ne ha 4 a causa di una mielite acuta flaccida provocata da un enterovirus scoperto in ritardo e in grado di minare in modo grave il sistema immunitario: “È successo - spiega Marco – nel 2016: nel giro di due giorni mio figlio ha perso quasi tutte le sue funzionalità motorie e da allora, oltre a muoversi autonomamente su una carrozzina elettrica, ha bisogno di un ventilatore attivo 24 ore su 24 per poter respirare. Dopo aver trascorso un mese di rianimazione e quasi un anno all'interno di diverse strutture riabilitative con l'obiettivo di recuperare tutto il possibile, una volta rientrati ci siamo resi conto che la casa a due piani in cui abitavamo non poteva più andare bene”. Alessandro e marco meroniIl volo di Ale Da quel momento, per Alessandro e la sua famiglia è partita ufficialmente la ricerca di un luogo in grado di rispondere adeguatamente alle nuove esigenze: “Ci siamo subito rimboccati le maniche – prosegue – per cercare soluzioni già esistenti per situazioni simili alla nostra, sia in Italia che all'estero, purtroppo senza successo. Nonostante questo, siamo riusciti a trovare una casa anni '60 di circa 150 metri quadrati disposta su un unico piano, completamente da ristrutturare ma senza doverci spostare da Villa Guardia, dove fortunatamente abbiamo trovato un comune virtuoso con grandissima attenzione verso le persone fragili. Da lì abbiamo iniziato a bussare alla porta di aziende e associazioni alla ricerca di tecnologie che facessero al caso nostro, creando un vero e proprio network di soggetti interessati ad approfondire il tema della disabilità”. interno la casa di ale La nuova casa accessibile, da quel momento, ha iniziato a prendere forma: “Grazie a un intervento a più mani - aggiunge ancora Marco – siamo riusciti a fare un ottimo lavoro, ricorrendo a soluzioni innovative condite da quel pizzico di buonsenso che spesso manca nella progettazione delle case: tutto questo ha portato all'installazione di porte di 90 centimetri di larghezza, più larghe rispetto al minimo previsto dalla legge, di porte-finestra a scorrimento orizzontale senza bordo azionabili ad app per permettere ad Alessandro di entrare e uscire in autonomia, di sollevatori a soffitto con binario integrato, manuale o elettrificato e molto altro. Il tutto con un occhio di riguardo all'estetica, perché una casa non dev'essere un ospedale, bensì calda ed accogliente: a proposito, abbiamo voluto separare appositamente l'area riservata alla riabilitazione da quelle per la vita di tutti i giorni destinate al gioco, allo studio e al riposo, con l'obiettivo di creare un ambiente sano e sereno anche dal punto di vista psicologico”. Alessandro meroni Una concept house L'obiettivo, infine, è quello di rendere “La casa di Ale” una vera e propria “concept house” replicabile da altre persone in altri contesti: “Nel corso di questi mesi – conclude – ho ricevuto tantissime telefonate da parte di famiglie in cerca di consigli e suggerimenti. Credendo nella condivisione e nella rete, abbiamo deciso di trasformare la nostra casa in un living lab a disposizione di chiunque si occupi di tecnologia e innovazione, dalle aziende alle startup fino ad arrivare ai singoli professionisti. Con il Politecnico di Milano, ad esempio, stiamo lavorando ad un braccio robotico installabile sulla carrozzina per facilitare l'autonomia nell'alimentazione, realizzabile con stampanti 3D per poterlo mettere a disposizione di tutti in open source; con un altro partner importante, infine, ci stiamo concentrando sul miglioramento dell'esperienza di assistenza vocale al servizio delle persone con disabilità, perché l'intelligenza artificiale ha grandi potenzialità se sfruttata nel migliore dei modi”.

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SEZ. DISABILITA NEWS Fare musica con chi la musica non la sente

28 Dicembre 2023 , Scritto da Angela Cecere Con tag #SEZ. DISABILITA NEWS

SEZ. DISABILITA NEWS Fare musica con chi la musica non la sente

INSERITO DA ANGELA CECERE «La musica? Si può ascoltare con le orecchie, il corpo, le mani, con un gesto che viene donato in una relazione di contatto. Esiste anche un gesto che diventa suono, lo percepisci, non è necessario sentirlo. È per questo che la musica è uno strumento per comunicare profondamente con tutte le persone»: a dirlo è Lorenzo Orlandi, musicoterapeuta che lavora con la Lega del Filo d’Oro. Fa musica con chi la musica non la sente, le persone con sordocecità e pluriminorazione psicosensoriale. Vediamo come e vediamo quali sorprendenti risultati si possono ottenere «La musica? Si può ascoltare con le orecchie, il corpo, le mani, con un gesto che viene donato in una relazione di contatto. Esiste anche un gesto che diventa suono, lo percepisci, non è necessario sentirlo. È per questo che la musica è uno strumento per comunicare profondamente con tutte le persone»: a parlare così è Lorenzo Orlandi, musicoterapeuta. Dal 2006 lavora alla sede di Lesmo (Monza-Brianza) della Lega del Filo d’Oro: fa musica con chi la musica non la sente, le persone con sordocecità e pluriminorazione psicosensoriale. «Non è questione di affermare che la musica “tocca le emozioni” – dice -, è qualcosa di più: la musica tocca tutta la persona nella sua pienezza, mette la persona nella condizione di essere pienamente se stessa». Quando Lorenzo è arrivato alla Lega del Filo d’Oro, aveva esperienza di lavoro con la disabilità, ma non con la sordocecità. «Avevo chiesto un pianoforte e dopo solo una settimana ero già senza parole, tanto le risposte erano clamorose. Vedevo persone sordocieche dalla nascita che, con un tamburello in mano, rispondevano alla mia musica, in un dialogo relazionale. Mi si è aperto un mondo», ricorda. A Lesmo, Lorenzo ha un pianoforte a mezzacoda. Alcune persone amano sdraiarsi sul piano, con la schiena appoggiata sul coperchio per sentire meglio le vibrazioni e percepire la musica con il loro corpo: «Io suono non seguendo uno spartito musicale, ma interpretando i microcomportamenti della persona: i suoi respiri, i movimenti… È la persona che diventa uno spartito, che io vado a interpretare. A me piace dire che la persona diventa un’opera d’arte». Stefano invece si siede sullo sgabello accanto a Lorenzo: lui è una persona sordocieca e mentre con la mano sinistra ascolta ciò che Lorenzo suona, con la mano destra suona lui stesso. «Io improvviso facendo delle strutture sotto quello che Stefano suona, dando una struttura a quel progetto espressivo. Negli anni ormai “combaciamo” alla perfezione, è come se davvero stessimo suonando insieme. Per Stefano significa davvero avere la possibilità di esprimersi attraverso la musica», spiega Lorenzo. Una terza tecnica per fare musica con chi non vede e non sente è quella del Piano Mirroring: la musica in questo caso diventa il racconto che descrive in note la relazione fra due persone, per esempio fra un utente e il suo educatore. «Come arriva la musica alla persona con sordocecità, se lei non sente? La persona tiene una cassa in mano e io esco con la mia musica su questa cassa». Ci sono situazioni in cui l’obiettivo della musica è la comunicazione. In altri casi invece la musica consente di valorizzare le persone con sordocecità e pluriminorazione psicosensoriale, permettendo alle persone stesse di contattare la propria energia vitale: «Sorridono, cominciano a muoversi, è un’esperienza nuova, che dà qualità di vita. Per Maria Assunta, ad esempio, l’attività musicale è lo strumento per realizzare progetti e percorsi che le permettono di sentirsi appagata di quello che sta facendo», dice Lorenzo. Come quando Maria Assunta ha cantano in LIS (Lingua dei Segni Italiana) il celebre Il clarinetto, è andata in uno studio di registrazione e l’ha registrata per il grande Renzo Arbore, da decenni testimonial della Lega del Filo d’Oro. È stata così soddisfatta dell’esperienza che sta già preparando un’altra sorpresa: un’altra canzone per un altro vip. Ma al momento tutto è top secret.

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SEZ. DISABILITA NEWS Un premio a due laboratori che sostengono il diritto di essere adulti

27 Dicembre 2023 , Scritto da Angela Cecere Con tag #SEZ. DISABILITA NEWS

SEZ. DISABILITA NEWS Un premio a due laboratori che sostengono il diritto di essere adulti

INSERITO DA ANGELA CECERE “La fabbrica dei colori” e “Storie in azione”: sono i due laboratori socio-educativi e occupazionali per persone con disabilità che hanno consentito all’Associazione Oltre lo Sguardo di essere tra i vincitori di “#ciaiunsogno”, iniziativa della Fondazione Claudio Ciai, che sostiene progetti rivolti all’inclusione sociale di persone con disabilità o con storie di fragilità, di difesa della libertà individuale e della dignità umana. Sono laboratori rivolti a coloro che frequentano “La Casa di Mario”, modello di co-housing per il “Dopo di Noi” realizzato dall’Associazione a Orbetello (Grosseto) La fabbrica dei colori e Storie in azione: sono i due laboratori socio-educativi e occupazionali per persone con disabilità che hanno consentito all’Associazione Oltre lo Sguardo di essere tra i vincitori per il 2023 di #ciaiunsogno, iniziativa promossa dalla Fondazione Claudio Ciai e giunta alla quinta edizione, che sostiene progetti rivolti all’inclusione sociale di persone con disabilità o con storie di fragilità, di difesa della libertà individuale e della dignità umana. I laboratori che hanno fruttato il premio a Oltre lo sguardo si rivolgono a coloro che frequentano La Casa di Mario, modello di co-housing per il “Dopo di Noi” realizzato dall’Associazione a Orbetello (Grosseto). Nel dettaglio, La fabbrica dei colori, come viene spiegato, «si pone l’obiettivo di far conoscere in modo nuovo se stessi e gli altri e di scoprirsi simili attraverso la diversità, grazie al linguaggio non verbale delle arti grafiche-pittoriche-plastiche e tramite la condivisione dell’esperienza tra i partecipanti con disabilità e gli operatori in servizio alla Casa di Mario. Si tratta di momenti di creazione collettiva pensati come un gioco, che permettono di esprimersi liberamente e che si svolgono nel corso di dieci incontri della durata di due ore ciascuno, a cadenza settimanale, con il coinvolgimento degli utenti della struttura e degli operatori di turno. Storie in azione, invece, permette, attraverso l’improvvisazione teatrale di storie sociali e alle tecniche proprie dello psicodramma, di “mettere in scena” situazioni relazionali e contemporaneamente creare uno spazio osservativo e psicopedagogico. La spontaneità dell’azione porta a rompere gli schemi, evitare cristallizzazioni e a trovare una risposta adeguata a una nuova situazione o una risposta nuova a situazioni già conosciute. Anche questo progetto si compone di dieci incontri della durata di due ore ciascuno, a cadenza settimanale e vede il coinvolgimento degli utenti della struttura e degli operatori di turno». «È un onore e una gioia – commenta Elena Improta, presidente di Oltre lo sguardo – apprendere di avere ottenuto vinto questo riconoscimento che premia il lavoro svolto e che ci dà uno stimolo a continuare sulla strada che stiamo percorrendo. Il progetto, in linea con la medesima filosofia che ha ispirato sin dalla nascita l’esperimento della Casa di Mario, si propone di potenziare le capacità individuali e collettive degli ospiti e dei collaboratori della struttura, a sostegno dell’indipendenza e del diritto ad essere adulti». (S.B.)

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SEZ. DISABILITA NEWS Lavoro e disabilità: numeri e proposte per superare le criticità dell’attuale collocamento mirato

22 Dicembre 2023 , Scritto da Angela Cecere Con tag #SEZ. DISABILITA NEWS

SEZ. DISABILITA NEWS Lavoro e disabilità: numeri e proposte per superare le criticità dell’attuale collocamento mirato

INSERITO DA ANGELA CECERE Cresce la domanda di lavoro, ma per le persone con disabilità trovare “il posto giusto” è difficile. Impiegato solo il 32,5% delle persone con disabilità contro il 58,9% delle persone senza disabilità. Le proposte dei Consulenti del Lavoro per favorire l’inclusione Sul tema lavoro e disabilità, come sappiamo la situazione è tutt’altro che rosea. Possiamo affermare, senza timore di esagerare, che la situazione, a oltre 20 anni dall’introduzione della legge sul collocamento mirato delle persone con disabilità (Legge 68/99), sia critica e necessiti di radicale riforma negli strumenti di accesso al lavoro. Non solo il numero di persone con disabilità occupate è limitato, ma anche una volta trovato, spesso il lavoro non è soddisfacente o non risponde alla propria qualifica. Aiuta a fare il punto il recente report “Il lavoro giusto al posto giusto. L’inclusione lavorativa delle persone con disabilità: criticità e prospettive” realizzato dall’Ufficio Studi dei Consulenti del Lavoro sugli ultimi dati Istat disponibili. I DATI SULLA OCCUPAZIONE Nel loro report, riportando i dati ISTAT, i Consulenti del Lavoro presentano alcune cifre: innanzitutto quello sugli occupati e su coloro che sono in cerca di lavoro: su una popolazione di circa 3 milioni di persone con gravi limitazioni, solo il 32,5% (nella fascia d’età 15-64 anni) risulta occupata, mentre lo è il 58,9% delle persone senza disabilità. Molto alta è la percentuale (20%) di persone disabili con gravi limitazioni in cerca di occupazione: sensibilmente superiore a quella della popolazione senza forme di disabilità (11,3%). TREND IN MIGLIORAMENTO, MA NON BASTA Nonostante negli ultimi anni si siano registrati dei miglioramenti (la percentuale di persone disabili in cerca o con un’occupazione è passata dal 40,2% del 2011 al 52,5% del 2021), frutto della combinazione di politiche nazionali e regionali da una parte e dell’impegno crescente delle aziende nel diffondere al loro interno una cultura maggiormente inclusiva, evidenziano i Consulenti del Lavoro, permangono ancora molte aree di criticità. PRINCIPALI PROBLEMATICHE La prima criticità è rappresentata dal rischio di cronicizzazione dell’esclusione lavorativa, soprattutto per le persone con limitazioni gravi. Età e ricerca di un lavoro Secondo i dati, ben il 62,2% delle persone con disabilità in cerca di un’occupazione ha tra i 45 e i 64 anni, mentre i giovani rappresentano solo il 37,8%: un dato in controtendenza rispetto a quanto avviene tra la popolazione che non ha limitazioni, dove i giovani rappresentano il 65,4% dei soggetti in cerca di lavoro. Bassi livelli di istruzione Altro punto focale, sul quale si innesta la conseguenza di una esclusione lavorativa che rischia di diventare una condizione permanente, è il basso livello di istruzione spesso registrato nelle persone con disabilità in cerca di lavoro: -il 57,6% dei soggetti con gravi limitazioni possiede la licenza di scuola media, - il 35% è diplomato- il 7,4% laureato. A ciò va aggiunta la crescente difficoltà di incontro tra una domanda e un’offerta di lavoro così specifiche. Qualifica, posizione lavorativa e soddisfazione Tra il 2011 e il 2021, a fronte di un aumento di quanti svolgono una funzione impiegatizia e intermedia (dal 28,6% al 35,7%), si evidenzia una contrazione di quanti occupano una posizione altamente qualificata (dirigenti, professionisti e quadri, la cui incidenza passa dal 17,8% al 14,5%). Aspetto che si riflette sulla stessa realizzazione professionale: la difficoltà di essere “collocati al posto giusto”, insieme ai limiti strutturali, organizzativi e relazionali di molti luoghi di lavoro, genera un diffuso senso di insoddisfazione tra i lavoratori disabili. Solo il 14,3% si dichiara molto soddisfatto del proprio lavoro, mentre il 30,6% lo è poco o per nulla (8,4%). Colpisce, in particolare, che tra i laureati la quota di insoddisfatti (31,2%) è quasi doppia rispetto a quanti non hanno limitazioni (16,3%). MIGLIORAMENTI NECESSARI E PROPOSTE Stante questa fotografia, è evidente come lo strumento del collocamento mirato sia insufficiente ed inefficace per supportare l’ingresso - e la permanenza - del lavoratore con disabilità nel mondo e nel mercato del lavoro, valorizzandone pienamente le competenze, ribaltando il paradigma, che adesso fa ancora purtroppo perno in larga parte sul mero obbligo normativo per l’azienda. Come intervenire, dunque, per migliorare questo sistema? Lancia alcune proposte il Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca: “Decontribuzioni e sgravi potrebbero rappresentare forme di incentivo ulteriori rispetto a quelle già esistenti per le aziende che superano la quota di riserva, oppure agevolazioni finalizzate all’adozione di strumenti di certificazione/rendicontazione sociale sulla promozione di pari opportunità aziendali”. Non solo. Si propone anche “Somministrazione e accomodamenti ragionevoli per l’adeguamento del posto di lavoro alle necessità dei lavoratori disabili. Ma serve anche assicurare “la piena efficacia normativa, attraverso un’attività di controllo e verifica che assicuri da parte delle aziende il rispetto dei vincoli cui sono tenute”, ha concluso.

DISABILI.CON

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